Il programma Rai del 1965 dal titolo “La lotta per la libertà. Vent’anni di opposizione al fascismo”, definiva le leggi razziali del 1938 «uno degli atti più impopolari commessi dal regime fascista, che il popolo italiano, ed anche alcuni seguaci di Mussolini, non si sentono di accettare», in quanto «infamia contraria alle tradizioni del Paese».
Una visione bonaria e autoassolutoria del fascismo, ampiamente rimessa in discussione dalla storiografia ma che è ancora ben presente nel dibattito mediatico.
Come segnalato nel 2021 dal Rapporto finale della Commissione italo-tedesca, esiste infatti uno scarto rilevante tra il piano della ricerca storiografica, con acquisizioni ormai consolidate rispetto all’avvento del regime fascista in Italia e al periodo della guerra 1939-45, e ciò che la narrazione mediatica (soprattutto televisiva ma anche della storiografia divulgativa) veicola nell’opinione pubblica. Prendendo in esame il particolare caso italiano, il senso comune generale sul passato nazionale, appare ancora pesantemente influenzato da distorsioni, manipolazioni, da miti e stereotipi persistenti, rispetto alla storia del fascismo, al periodo della seconda guerra mondiale, e alle responsabilità per la condotta criminale degli eserciti di Italia e Germania nella “guerra ai civili”. Miti e stereotipi che costituiscono un ostacolo da rimuovere nel percorso di una riconciliazione fra i due Paesi nel segno di una maggiore conoscenza reciproca.
Frutto di una ricerca coordinata dal Centro italo-tedesco per il dialogo Europeo – Villa Vigoni e dal Deutsche Historische Institut in Rom (e grazie al Fondo Italo-tedesco per il futuro) il progetto di ricerca Il peso del passato. Fascismo e nazismo nel racconto televisivo RAI e Mediaset ha cercato di comprendere in che modo i media italiani hanno plasmato la memoria collettiva sul regime fascista e sul nazionalsocialismo tedesco.
Attraverso un’ampia selezione di materiali audiovisivi suddivisi per decenni (dagli anni ’50 ad oggi), conservati negli archivi delle Teche Rai (fiction, talk show, serie televisive, documentari di grande impatto sul pubblico), questo webdoc racconta il modo in cui la televisione italiana ha contribuito a rafforzare (o a decostruire) miti e narrazioni edulcorate sul regime fascista e sul nazionalsocialismo tedesco.
L’analisi sulle fonti audiovisive, presentate in estratto, per la prima volta in modo accessibile a tutti, nel rispetto del copyright, corredate da trascrizioni in italiano, tedesco e inglese, è stata curata dal Prof. Leonardo Campus (Università di RomaTre). Il prof. Marco Mondini (Università degli studi di Padova) ha esaminato attentamente la storiografia scientifica e divulgativa sul fascismo e sul nazismo, per dar conto dell’avanzare delle ricerche e delle riflessioni sui temi indicati.
La sezione degli eventi politici che in Italia hanno accompagnato le stagioni della ricerca storiografica e le stagioni televisive, influenzando paradigmi mentali e autorappresentazioni nazionali, anche grazie a nuove politiche della memoria che hanno riscritto il calendario civile, è invece opera della Prof.ssa Michela Ponzani (Università degli studi di Roma “Tor Vergata”), che ha anche coordinato il progetto di ricerca.