R. De Felice, Einaudi.
Il primo volume della monumentale biografia di Mussolini possedeva alcune delle peculiarità che sarebbero tornate a più riprese nel lavoro di De Felice. La tendenza a emendare il giovane Mussolini dalle sue note più retrive e negative, a lasciare ampi vuoti nella lettura di alcuni episodi ambigui del biografato (il passaggio dal neutralismo all’interventismo per dirne una) e, soprattutto, ad accusare altri attori (in primo luogo, il Partito socialista del 1914) delle derive che avrebbero portato il futuro duce a giocare un ruolo di tutt’altra natura. Anche se pochi se ne rendevano conto in quel momento, “Mussolini il rivoluzionario” (1883-1920) era già un lavoro viziato da un profondo revisionismo, in primo luogo per il tentativo (destituito di fondamento) di attribuire al futuro duce un progetto positivo di modernizzazione del Paese e una visione progressista.