Marco Mondini, Il Mulino.
Da oltre un ventennio, gli storici del primo conflitto mondiale si interrogano sul fallimento dei processi di transizione dalla guerra alla pace nell’Europa post 1918, soprattutto nei Paesi sconfitti (come la Germania di Weimar) e tra i successori degli imperi distrutti. Nel solco di questa tradizione, questo volume rilegge la scalata al potere del fascismo e il suo atto culminante, la marcia su Roma, come il risultato più macroscopico delle lacerazioni mai superate che caratterizzarono la partecipazione italiana alla Grande guerra. Vissuta da molti prima di tutto come un’occasione pe rigenerare la nazione facendo piazza pulita dei nemici interni e dei traditori, la guerra non terminò con il 1918, ma si tramutò molto rapidamente in una sanguinosa guerra civile. Contesto eccellente per lo sviluppo e la popolarità di un movimento politico dai connotati incerti e dal programma ambiguo, come il fascismo, che prometteva di difendere la sacralità dell’intervento e della Vittoria.